Marola offre al turista una serie di sentieri e attrezzate aree pic nic. Grazie al suo clima fresco e gradevole, il visitatore può apprezzare i percorsi tracciati e riportati sulla cartina dei sentieri, adatti a tutte le età, per un po’ di sano movimento e per respirare aria pulita, lontani dall’inquinamento cittadino, raccogliendo frutti di stagione e funghi. A piedi o in bicicletta è possibile scoprire le caratteristiche case a torre presenti nei vari borghi, i metati nei boschi secolari fino alla millenaria Pieve Matildica.
Abbazia Matildica
Chiesa Abbaziale di S. Maria
La Chiesa abbaziale di Marola, consacrata fra gli anni 1102-1106, presenta uno stile architettonico romanica-matildico. Molte chiese della montagna reggiana conservano ancora linee architettoniche e tracce significative dell’arte matildica, tra le quali ricordiamo al visitatore: la Pieve di Toano, S. Andrea delle Carpinete, Pieve di S. Vitale, Pieve di Campiola, Chiesa di S. Donnino di Marola, Chiesa di Pianzo e Grazzano, oratori di Beleo e Roncroffio a poca distanza da Marola.
Al lato sud della Chiesa abbaziale, sono state scoperte le fondazioni di un modesto oratorio(c.a. 60 mq); al centro della navata centrale sono emersi: un rude sepolcro e un piccolo pozzo. Reperti riconducibili alla presenza dell’eremita Giovanni da Marola. La grande lastra dell’altare maggiore è ancora la pietra originale e riporta la data della sua consacrazione (1151). Nei capitelli delle colonne gli ornati floreali o geometrici, propri della così detta “ars Canusina” e del romanico classico, prevalgono sulle figure antropomorfiche, più tipiche dell’arte romanico-
longobarda. Armonia e dinamicità architettonica della Chiesa sono ottenute anche mediante uno studiato rapporto delle proporzioni e una marcata asimmetria: diversa misura delle colonne della lunghezza e altezza degli archi, diversa consistenza e larghezza dei pilastri, contrapposizione tra colonna e pilastro, prima dell’area presbiterale.
La grande abside centrale risulta inclinata verso destra, segno architettonico tipico, in alcune chiese dei secoli XII e XIII, del Cristo morente in croce, con il capo reclinato a destra.
Negli anni 50, la Chiesa, ristrutturata nel secolo XVIII sotto pesanti forme barocche, grazie ad un nuovo e meticoloso restauro, è stata riportata alle sue linee architettoniche originali.
Accanto alla badia sorge un antico monastero adibito nel XVI-XVII secolo a dimora di feudatari e trasformato nel 1824 in seminario vescovile, per volere del Duca di Modena Francesco IX. Nell’arco del tempo l’edificio ha subito vari ampliamenti e modifiche che ne hanno cambiato nettamente le modifiche iniziali. Oggi, non essendo più attivo il seminario, nell’ampia struttura trovano ospitalità pellegrini in ritiro spirituale.
Borghi, case a torre e Pievi
Testi e Fotografie sono tratti da www.reggioemiliaturismo.it
Cà Morelli
Nell’abitato si nota un edificio, in gran parte ristrutturato, articolato ad una torretta probabilmente riferibile al XVIII secolo. Presenta una pianta rettangolare con coperto a due falde su cornice di gronda a gola. Un cordolo lineare individua l’antica colombaia. Nel corpo di fabbrica adiacente è visibile un bel portale, rialzato e tamponato, con arco a tutto sesto composto da conci regolari di arenaria decorati con zigrinatura incrociata a losanga.Canova
Complesso rurale di grande pregio della famiglia Canovi. Il corpo di fabbrica principalepresenta un volume compatto articolato ad aggregazioni successive. Si evidenziano soprattutto il bel loggiato a quattro luci a tutto sesto su colonne cilindriche e la cinquecentesca torre sul prospetto a sud. Questa presenta una pianta quadrata sviluppata su quattro livelli con paramento in pietra ad angolari rifiniti. Un cordolo lineare delimita la colombaia superiore mentre la copertura si imposta su una cornice di gronda in laterizio disposto a “T” ed a dente di sega. Anche nel vicino rustico, forse la parte più antica, si riscontrano elementi tipologici di interesse riferibili al XV sec.
Cà Pietro
Nel nucleo rurale si riscontra un complesso padronale a corte con rustici ed oratorio. Gli edifici comprendono un corpo di fabbrica principale, aggregato ad una torretta colombaia; questa presenta un cordolo in cotto lineare ed una
cornice di gronda a gola. Nel prospetto a sud è visibile un bel loggiato a quattro luci ad arco a tutto sesto su colonne cilindriche. A levante rimangono invece due interessanti mensole in pietra forse a sostegno di un balconcino o di una antica bertesca. Nell’edificio si aprono due portali pure a tutto sesto in cotto, riferibili al XVIII secolo, uno dei quali sovrastato da una finestrella quadrilobata. In angolo al corpo rustico è ricavata una nicchia recante dipinta una immagine sacra ormai rovinata raffigurante forse S. Martino o S. Giorgio. A fronte, isolato, sorge l’oratorio dedicato a S. Giovanni Battista; fu realizzato nel 1755 da Don Giovanni Corbelli. E’ di semplice struttura con una facciata a capanna rivolta ad oriente, caratterizzata da un portale architravato decorato a zigrino e da una finestra quadrilobata al centro. Nella parte colonica del complesso, cui si accede attraverso un passaggio coperto e recentemente ristrutturata, è visibile un concio di recupero cinquecentesco, che presenta analogie con quello individuato a Cortogno di Casina, in cui è raffigurata una composizione di ispirazione religiosa con i simboli della croce, del calice e del gallo.Campo dell’oppio
Alla deviazione con la Strada Statale sorge il piccolo oratorio settecentesco dedicato ai SS.
Prospero e Carlo. Presenta un semplice impianto con facciata a capanna orientata liturgicamente. Il portale architravato è sormontato da una finestrella trapezoidale. Nel nucleo rurale si evidenzia un bell’edificio padronale in parte ristrutturato. Il volume è compatto con pianta quadrangolare sviluppata su due livelli e sottotetto. Il coperto è a quattro ampie falde. Il portale d’ingresso, da cui sale un’ampia scalinata, è ad arco a tutto sesto impostato su stipiti mensolati.Castello
Complesso rurale ad impianto articolato probabilmente riferibile al XVI-XVII secolo. Il corpo di fabbrica principale è connesso ad una torre colombaia con coperto a due falde e cordolo lineare spezzato; vi si aprono alcune finestrelle quadrate in cotto. Il vicino oratorio dedicato a S. Rocco è orientato a mezzogiorno. Presenta una facciata a capanna con portale architravato, sormontato da una nicchia affrescata ed, in vertice, da una finestrella trapezoidale. Una cornice di gronda a gola corre all’intorno.
Corbella
Alla deviazione con la Strada Statale sorge il piccolo oratorio settecentesco dedicato ai SS. Prospero e Carlo. Presenta un semplice impianto con facciata a capanna orientata liturgicamente. Il portale architravato è sormontato da una finestrella trapezoidale. Nel nucleo rurale si evidenzia un bell’edificio padronale in parte ristrutturato. Il volume è compatto con pianta quadrangolare sviluppata su due livelli e sottotetto. Il coperto è a quattro ampie falde. Il portale d’ingresso, da cui sale un’ampia scalinata, è ad arco a tutto sesto impostato su stipiti mensolatiFelina Matta
Località sulle pendici meridionali del monte Tosco, immediatamente a monte della Strada Statale n. 63. Un “Giliolus de Felina mata” è tra quei castellani di Felina che nel novembre 1197 giurarono fedeltà al Comune di Reggio. Il borgo conserva edifici di interesse storico-architettonico seppure in parte alterati. La casa della famiglia Pignedoli mantiene in facciata un concio datato “1708” mentre a valle della stessa è osservabile un fabbricato di notevole interesse con finestre riquadrate in pietra e conci d’angolo zigrinati sulla superficie tra i quali è notabile il millesimo “1696”. L’oratorio della SS. Trinità di Felina Matta era soggetto nel 1721 al giuspadronato Pignedoli, fondato nel 1521 prima a Villa Berza e poi a Busanella. Il fabbricato religioso di caratteristica tipologia settecentesca conserva pregevoli stucchi e decorazioni parietali interne con lesene e cornici modanate; ora è ridotto a magazzino mangimi. Nel fianco orientale della casa di proprietà Pignedoli è visibile una stretta finestrella in pietra, tamponata, recante in chiave una croce latina a rilievo.Feriolo
Nucleo ad impianto indifferenziato situato ai margini sud-orientali dei pendii del monte Tosco a fronte dell’abitatodelle Pietre. Era comunello rurale della podesteria di Castelnuovo. Vi sorge dal XVII secolo l’oratorio della Concezione. L’oratorio presenta una semplice facciata a capanna con portale architravato nicchia del titolare ed oculo superiore. Ha un basamento a bugnato, conci angolari a denti alterni, cornice di gronda e rivestimento ad intonaco rustico. Di fronte è posta una maestà dedicata all’Ave Maria. Un’altra icona della Beata Vergine è murata, poco oltre, sul prospetto di una abitazione. All’inizio dell’abitato è visibile il fabbricato antica sede della Podesteria; la pianta è quadrangolare con portale d’ingresso archivoltato e chiave di volta scolpita (ora illeggibile e cadente), con elegante porta lignea intagliata; a lato dello stesso portale si apre una feritoia. Sullo stesso prospetto è notabile una finestrella a tre elementi monolitici con architrave triangolare. Le abitazioni conservano senza manifeste alterazioni l’impianto volumetrico e distributivo originario. Si riscontrano diversi particolari architettonici tra cui interessanti paramenti in pietra, finestre e portali di diversa fattura riferibili ai secoli XVI-XVII. Rimangono ancora un concio siglato “1779-G. F. S. “, un portale archivoltato inciso con il motto “FORAS-FORES-FUROS” e, sotto la colonna di un balchio, una pietra siglata “1866 – D. F. “.
Pantano
Pantano è nominato tra i luoghi nei quali il Marchese Bonifacio di Canossa aveva acquistato beni dalla Chiesa di Reggio nel 1070; figura ancora in documenti del 1144 e 1168. Nel 1218 la villa con 89 uomini giura fedeltà al
Comune di Reggio. Possesso dei Fogliani passò in seguito agli inizi del XV secolo agli Estensi. La chiesa di S. Martino compare
citata nel 1302. Nel 1668 Pantano fu comperato in feudo dai Conti Caprara di Bologna e nel 1734 assegnato al Conte Borso Santagata di Modena. Di fronte è posta una maestà dedicata all’Ave Maria. Un’altra icona della Beata Vergine è murata, poco oltre, sul prospetto di una abitazione. All’inizio dell’abitato è visibile il fabbricato antica sede della Podesteria; la pianta è quadrangolare con portale d’ingresso archivoltato e chiave di volta scolpita (ora illeggibile e cadente), con elegante porta lignea intagliata; a lato dello stesso portale si apre una feritoia. Sullo stesso prospetto è notabile una finestrella a tre elementi monolitici con architrave triangolare. Le abitazioni conservano senza manifeste alterazioni l’impianto volumetrico e distributivo originario. Si riscontrano diversi particolari architettonici tra cui interessanti paramenti in pietra, finestre e portali di diversa fattura riferibili ai secoli XVI-XVII. Rimangono ancora un concio siglato “1779-G. F. S. “, un portale archivoltato inciso con il motto “FORAS-FORES-FUROS” e, sotto la colonna di un balchio, una pietra siglata “1866 – D. F. “.Pignedolo
Località situata ai confini del territorio comunale verso Felina, alle pendici del monte Frambolara. Nell’abitato è presente un oratorio settecentesco dedicato alla SS. Trinità; la Visita Picenardi del 1709 lo indica in patronato della famiglia Pignedoli. E’ di semplice fattura con facciata a capanna; vi si apre un portale architravato con nicchietta superiore e una finestra quadrilobata in vertice. Tra le altre emergenze si evidenzia una casa a torre articolata ad altri edifici. E’ caratterizzata da una pianta quadrangolare su tre livelli e conclusa da un coperto a doppia falda. La parte superiore adibita a colombaia è sottolineata da un cordolo continuo all’intorno costituito da elementi in laterizio disposti a dente di sega. Nelle altre unità edilizie sono ancora rilevabili un portale ed una finestrella in arenaria con decorazioni a losanga.Sorchio
Corte rurale seicentesca di grande interese, ora in abbandono. Il complesso è articolato ad una massiccia casa torre a pianta quadrata, sviluppata su cinque livelli con colombaia superiore e conclusa da tetto a quattro falde. Il paramento in pietra presenta conci angolari a ricorsi alterni. Due cordoli lineari corrono all’intorno, uno dei quali a delimitare la colombaia. Le luci sono rade e simmetricamente distribuite. La cornice di gronda è riccamente decorata con laterizi variamente disposti. Sul cortile si apre una bel loggiato riferibile al XVIII-XIX secolo; è a cinque arcate a tutto sesto impostate su colonnette scanellate e decorato alla parete interna con pitture a tempera raffiguranti drappeggi e paesaggi. A lato del complesso sorge l’oratorio dedicato, come riporta la visita del Vescovo Picenardi del 1709, a S. Francesco, già di patronato dei Leoni poi Bizzarri. Presenta una semplice facciata a capanna con portale architravato, finestrella rastremata superiore e cornice a gola di sottotetto.
Metati
Come testimonianza delle vecchie tradizioni e attività contadine, a Marola potete visitare gli antichi Metati, dove venivano essiccate le castagne che costituirono per secoli, alimento primario per la popolazione della montagna.
Due strutture, in buone condizioni, sono visitabili previo contatto con l’Associazione turistica Pro Marola.
Il metato di Caviolla, non molto grande ma ancora ben conservato, è posto in paese alla fine di Via Enrico IV, e viene riattivato in occasione delle feste della castagna. Sono in corso contatti con produttori locali per tornare ad essiccare all’interno del metato la castagne per tornare a produrre la farina di castagne secondo l’antica tradizione. Il metato di Frazera (in dialetto) si trova in località la Fredda alle porte del paese arrivando da Carpineti. E’ una struttura molto grande dotata anche di portico e per questo il Comune ha deciso di acquisirlo dalla Curia vescovile per realizzarvi un allestimento e renderlo fruibile per la didattica ed attività di promozione della civiltà della castagna. Dopo un attento restauro la struttura è fruibile dal 2005; inizialmente si è puntato sulle scuole poi, visto l’interesse crescente, la Casa del pan d’albero, così è stata ribattezzata, è diventata un punto di riferimento anche per attività culturali e ricreative per ragazzi anche in momenti diversi dall’autunno oltre che essere inserita in itinerari turistici.
Le prime attività sono state implementate dal Comune poi da Ideanatura che dal 2009 ha potenziato l’aspetto turistico anche in sinergia con altri luoghi (Castello di Carpineti, Pieve di San Vitale) ed altri progetti turistici, primo tra tutti ‘In cammino con Matilde’ per valorizzare gli itinerari turistici legati ai Canossa.
Significativo il progetto Gal, Terre di Castagno, che ha contribuito alla promozione dell’area anche in sinergia con altri luoghi legati alla castagna. Nell’ambito del progetto sono state realizzate migliorie all’area esterna che ora offre possibilità di area pic nic con barbecue e fontanella.
La struttura nel tempo si è sempre più rafforzata come fruizione e grazie anche alle proposte studiate con Pro Marola, si è integrata con le attività del centro del paese e con gli operatori commerciali.
All’interno della struttura è stato ripristinato in parte, anche se con materiali diversi dagli originali, il canniccio in modo da fare capire come funzionava la struttura. Sono poi presenti pannelli esplicativi che in modo molto diretto con disegni e testi approfondiscono i temi: la civiltà del castagno, le stagioni del castagno, il metato, le castagne in cucina. Tre grandi gigantografie riproducono foto degli anni ’20 molto significative e di impatto di proprietà della fototeca Panizzi.
Nel periodo autunnale viene allestita un’esposizione di attrezzi originali per la lavorazione della castagna. Viene inoltre collocato materiale promozionale sul territorio oltre che un piccolo punto esposizione prodotti e pubblicazioni.